Nessun passo indietro del premier Conte sulla scuola. Il presidente del Consiglio resiste al pressing di Pd e Cts.
ROMA – Nessun passo indietro del premier Conte sulla scuola. Nonostante il pressing del Partito Democratico e delle Regioni e le perplessità del Cts, il presidente del Consiglio, sostenuto da M5s e Italia Viva, ha ribadito la necessità di ritornare in presenza anche al liceo il 7 gennaio.
Non sembrano esserci, quindi, delle novità per quanto riguarda il rientro in classe degli studenti delle scuole di secondo grado, ma tutto si deciderà dopo i confronti in programma nelle prossime ore.
Il piano scuola
Il piano scuola è ormai stato ultimato anche se le perplessità e i dubbi non mancano. A far discutere sono le entrate scaglionate che non piacciono a studenti e professori. In particolare, l’idea dei prefetti è quella di ingressi alle 8 e alle 10 e di uscite che potrebbero arrivare fino alle 16.
Un piano che sembra non convincere gli studenti e i sindacati. Ma da parte del premier Conte non c’è nessuna intenzione di fare un passo indietro. Il rientro in classe il 7 gennaio non sembra essere a rischio in questo momento, ma la certezza arriverà solo a ridosso dell’Epifania.
A rischio il passaggio al 75% dal 18 gennaio
I dubbi sul rientro a scuola continuano ad essere diversi. Se il premier Conte ha confermato il ritorno in classe al 50% per gli studenti liceali il 7 gennaio, resta a forte rischio l’aumento al 75% il 18.
Il Governo ha ipotizzato la possibilità di aumentare il numero degli alunni in presenza con il passare delle settimane, ma i tempi potrebbero essere più lunghi di quelli preventivati in un primo momento. Molto dipenderà dall’andamento della curva nel nostro Paese e nessuna decisione sarà presa nell’immediato. E nei prossimi giorni la scuola continuerà a far discutere all’interno della maggioranza.